Cenni Storici

Nel settembre 1965, tra i primi problemi della città di Caserta prospettati a S. E. Mons. Vito Roberti, da poco nominato Vescovo di Caserta, ci fu la necessità di istituire una Parrocchia in Via Acquaviva. Giunto a Caserta, Mons. Roberti, dopo una prima visita al popoloso Rione, mise subito allo studio l’istituzione di due parrocchie: una intitolata al Sacro Cuore di Gesù, dalla parte di via Volturno, al centro della zona destinata alle costruzioni dell’Istituto Case Popolari; l’altra, Nostra Signora di Lourdes, nella zona dov’è attualmente. Per entrambe mancava il terreno.

Nel dicembre del 1966, mentre S.E. chiese ed ottenne un contributo statale per la costruzione delle opere parrocchiali. Molti fedeli si mobilitarono per la raccolta di fondi; il geometra Guido Ascione, offrì l’inizio del culto, l’uso di un locale, un garage, in via Volturno; i parenti di Mons. Raffaele Saggese, parroco della Cattedrale di Caserta, morto in quei giorni, offrirono per la chiesa nascente, un calice e i paramenti per la celebrazione Eucaristica.

Il primo gennaio del 1967, in quel locale adattato, fu celebrata la prima Messa della nostra nascente parrocchia, da Mons. Vitaliano Rossetti, parroco della chiesa dei SS. Vitaliano ed Enrico. Dopo appena due settimane, essendo i fedeli già molto numerosi, fu chiesto ed ottenuto di poter celebrare, la domenica e i giorni festivi, più messe, e di poter usare per le sole celebrazioni domenicali, la palestra dell’Istituto Tecnico per Geometri, che allora aveva la sede in via Tevere.

Mancando un sacerdote incaricato, la S. messa domenicale fu celebrata per alcuni mesi, nel predetto locale, da Mons. Rossetti e da altri sacerdoti disponibili, provenienti da altre parrocchie. Fu inviato dal Vescovo un salesiano per interessarsi della futura parrocchia: egli con le offerte dei fedeli acquistò una statua della Madonna di Lourdes, ed istituì un asilo nel palazzo Grauso di via Acquaviva, che fu poi rilevato dal Centro Italiano Femminile. Il padre salesiano, all’inizio dell’estate, fu richiamato dai suoi superiori, e non fu possibile avere un altro sacerdote incaricato per la nascente parrocchia.

 

La prima pietra

Tutto avvenne in pochissimi giorni. Dalla Parrocchia di S. Sebastiano fu donato il terreno da destinare alla futura Parrocchia; lo Stato assegnò un contributo di L. 70.000.000 per la costruzione del solo rustico delle opere parrocchiali, restando a carico dei fedeli il completamento. Arrivò da Lourdes un pezzo della roccia della Grotta, da destinare a prima pietra dell’erigenda Chiesa intitolata a Nostra Signora di Lourdes, con un certificato di autenticità del Vescovo di quella città; la pietra, richiesta dal Vescovo di Caserta, fu consegnata a Don Salvatore Izzo, che, come tutti gli anni era andato in pellegrinaggio a Lourdes.

Il primo giorno di dicembre di quello stesso anno, 1967, primo venerdì del mese, giorno consacrato al Cuore di Gesù, nel pomeriggio, Mons. Roberti volle celebrare la S. Messa nel Rione Acquaviva, nella palestra dell’Istituto Tecnico per Geometri, per pregare con i fedeli del rione per l’erigenda Chiesa.

Un manifesto del Comitato del Rione informava la cittadinanza dell’inizio della costruzione delle sole opere parrocchiali; non ancora la chiesa: l’erigenda opera era destinata alla formazione cristiana dei bambini, dei giovani e del popolo fedele “per meglio conoscere, amare e lodare Dio”.

L’indomani, sabato 2 dicembre, di pomeriggio, la pietra della Grotta di Lourdes fu portata alla palestra dell’Istituto Tecnico per Geometri sul terreno donato per la costruzione, in processione, con il Vescovo e le autorità cittadine.

La prima pietra fu benedetta e, poiché non era possibile addentrarsi del terreno fangoso per la pioggia recente, fu sotterrata proprio ai margini del suolo destinato alla costruzione, luogo dove successivamente fu posizionato il cippo a ricordo di Don Salvatore Izzo, fondatore spirituale della parrocchia di Nostra signora di Lourdes.  La costruzione iniziò regolarmente, ed il rustico fu già ultimato all’inizio dell’autunno del 1968.

 

Don salvatore Izzo

La comunità, sempre più estesa, avvertiva la necessità di un sacerdote, e fu in quell’autunno che Mons. Vito Roberti, diede a don Salvatore Izzo l’incarico di curare la nascente comunità parrocchiale, per istituire successivamente, la parrocchia Nostra Signora di Lourdes.

Don Salvatore, già docente di latino e greco al Seminario di Benevento, era in quel periodo Rettore del Seminario Vescovile di Caserta; egli accettò l’incarico, anche perché era particolarmente devoto alla Madonna di Lourdes, infatti andava in pellegrinaggio a Lourdes tutti gli anni.

I fedeli furono tutti conquistati dalla sua fede serena e gioiosa. Aveva un interesse particolare per gli ammalati e per i poveri. Per i bambini organizzò subito i corsi di catechismo e di preparazione ai Sacramenti, con l’aiuto delle suore di Sant’Antida; iniziò riunioni periodiche dei giovani. Curò immediatamente l’organizzazione dei pellegrinaggi a Lourdes con gli ammalati.

Per il culto quotidiano restava la cappella di via Volturno, che fu arricchita da don Salvatore, da un tabernacolo, un crocifisso, un pregevole altare, e dei banchi che furono costruiti dai Missionari, i Padri Oblati di Maddaloni. Per le celebrazioni festive erano usati i locali dell’asilo del C.I.F. in via Acquaviva.

Don Salvatore si impegnò a fondo, fin dai primi giorni, senza risparmio di tempo e di energie, anche se il suo cuore era molto sofferente.

Furono ripresi i lavori per completare le opere parrocchiali, soprattutto per adattare al culto la sala parrocchiale già costruita, ed anche per rendere funzionali i locali destinati all’oratorio; detti locali, inoltre, erano insistentemente richiesti dalle famiglie per la scuola elementare dei bambini del rione. Non vi era ancora nel rione un edificio scolastico, sorto poi proprio innanzi alla chiesa.

Don Salvatore richiese ed ottenne in dono, da una ditta di Sassuolo, il pavimento della sala parrocchiale; i pavimenti della canonica e dell’oratorio furono donati dallo stesso sig. Guido Ascione. Le offerte dei fedeli erano continue e generose. Diceva scherzosamente don Salvatore: «tutto è stato realizzato in tempi brevi, non con le promesse dei ricchi, ma con le offerte dei poveri».

Nel maggio del 1971, la sala parrocchiale venne aperta al culto, nell’attesa della costruzione della chiesa.

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